Regia:
Tate Taylor
Distribuzione: Touchstone pictures
Sceneggiatura: Tate Taylor
Fotografia: Stephen Goldblatt
Montaggio: Hervè De Luze
Scenografie: Mark Ricker
Distribuzione: Touchstone pictures
Sceneggiatura: Tate Taylor
Fotografia: Stephen Goldblatt
Montaggio: Hervè De Luze
Scenografie: Mark Ricker
Musiche:
Thomas Newman
Genere: Drammatico
Con: Emma Stone, Viola Davis, Jessica Chastain, Octavia Spencer
Durata: 137'
Genere: Drammatico
Con: Emma Stone, Viola Davis, Jessica Chastain, Octavia Spencer
Durata: 137'
Siamo
negli anni 60 a Jackson in Mississipi, Eugenia “Skeeter” Pelan
(Emma Stone) torna a vivere a casa dopo gli anni universitari ma a
differenza delle sue coetanee Skeeter è interessata soprattutto alla
sua carriera piuttosto che mettere su famglia con relativa prole con
grande costernazione da parte delle amiche già sposate e sua madre.
Trova
un impiego presso un giornale locale in cui deve rispondere alla
posta delle casalinghe ma impreparata sull'argomento inizia a farsi
consigliare dalla domestica di una sua amica, Aibileen (ViolaDavis) che lentamente inizia a raccontarle la commovente storia della
sua vita.
Skeeter,
incoraggiata da un importante editore newyorkese, inizia a lavorare
in segreto ad un progetto letterario in cui sono coinvolte altre
cameriere di colore della città amiche di Aibileen e le loro storie,
lavoro che mira a svelare i più radicati pregiudizi razziali della
piccola comunità di Jackson ed un grido di speranza che scuota la
nazione intera.
È
la storia di una favola reale, di un progetto fortemente voluto e
coronato da ben 4 nomination all'oscar. Ma andiamo con ordine. Il
regista Tate Taylor e la scrittrice Katryn Stockett sono nati e
cresciuti proprio a Jackson nonché amici da sempre. Prima di
pubblicare l'omonimo romanzo (che poi sarebbe diventato
un caso letterario ed un grandissimo best seller) la Stockett se lo è visto
rifiutare dalle case editrici ben sessanta volte. L'amico regista Taylor dopo aver letto
il manoscritto e prima ancora che fosse pubblicato decise
immediatamente di acquistarne i diritti per farne un film. Propose il
progetto al produttore Brunson Green, anch'egli di Jackson ed insieme
decisero di trovare una società di produzione che fosse disposta a
finanziare il progetto. Dopo vari anni i loro sforzi furono premiati e finalmente il progetto si
concretizza grazie anche all'interesse della Dreamworks; il seguito
è storia recente. Costato appena 25 milioni di dollari solo negli Stati
Uniti sbanca il botteghino incassandone 170, plausi entusiastici
anche dalla critica e conseguenti nomination ai premi oscar 2012.
Quali
sono le ragioni di tale successo?
Anzittuto le interpreti, cast
eccezionale tutto femminile (Viola Davis, Octavia Spencer e JessicaChastain tutte candidate all'oscar eccetto la pur brava Emma Stone) che
in un film corale fa la differenza. E poi il décor patinato degli
anni 50 tornato in voga oggi, con l'abbigliamento, gli abiti e le
pettinature che nell'era della retròmania attuale s'incastra alla
perfezione. Menzioni particolari alla spettacolare scenografia di
Mark Ricker e la vivace fotografia di Stephen Goldblatt. Tutti
ingredienti che miscelati a dovere hanno contribuito all'inaspettato
successo della pellicola.
Certo
la sceneggiatura è probabilmente il punto debole - classica e un po'
ruffiana - che non piacerà ad una certa critica “raffinata”, ma i
temi dell'intollerenza e dei pregiudizi razziali qui sono dipanati
con profonda autenticità, seppur con fatti inventati tant'é che lo stesso
regista ha dichiarato che negli anni sessanta in una città come
Jackson era alquanto improbabile una cooperazione tra diverse
cameriere di colore. La messa in scena pero' relega in secondo piano
le fredde congetture razionali per lasciare spazio ed abbandonarsi al
tepore caldo e confortante delle emozioni sciorinate a più riprese
durante la durata (lunga) del film.
Perfettamente
bilanciata tra ironia e drammaticità la pellicola di Taylor dribbla
gli scetticismi iniziali e le accuse di inautenticità storica con
una regia pulita e non ingombrante che punta tutto sul valorizzare le
straordinarie interpreti sottolineando ancora una volta come il tema
razziale rappresenti una ferita ancora aperta negli Stati Uniti - oltreché materiale sempre pregiato per sceneggiature hollywoodiane di successo - attestandosi prepotentemente con nuovo ardore nel filone dei grandi
classici del genere quali “Il buio oltre la siepe” “Lalunga strada verso casa” e “Il colore viola”.
VOTO 7
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