10 - NOI SIAMO INFINITO
Credevamo che i bei 'teen movie' fossero spariti, poi è arrivato Stephen Chbosky regista esordiente che adatta per il grande schermo il suo romanzo"The perks of being a wallflower" (che tradotto suona più o meno "I benefici dell'essere schivi") a ricordarci che non è così, dirigendo con grazia uno dei più bei film dell'anno.
La storia di un "ragazzo da parete" destinato a rimanere confinato nell'angolo che prende in mano il suo destino, deciso a combattere i fantasmi di un passato doloroso e cambiare la propria vita di adolescente problematico. Delicato e struggente, semplice e commovente come solo le emozioni magiche e eterne dell'adolescenza sa regalare. Un film da custodire in silenzio.
9 - NO - I giorni dell'arcobaleno
Il film del regista cileno Pablo Larrain è stato una delle sorprese dell'anno entrando persino nella cinquina finale dei nominati a 'Miglior film straniero' agli oscar. Riprodotto con il look anni 80 e girato con vecchie cineprese d'epoca, Larrain narra una vicenda politica realmente accaduta, che apparentemente
ricostruisce la campagna pubblicitaria che, sotto il segno dell'arcobaleno,
portò l'opposizione cilena a combattere il generale Augusto Pinochet, ma che in realtà finisce per rivelare ben altre
componenti, più profonde e complesse. No è uno splendido esempio di un genere insolito,
un film appassionante come un thriller, teso come un dramma politico, toccante
come una commedia sentimentale, mentre parla di un argomento che sulla carta
sembrerebbe noiosissimo come una campagna pubblicitaria per un referendum. Imperdibile.
8 - LOOPER
Lo sci-fi dell'anno è opera di un promettente regista, tale Ryan Johnson da tenere d'occhio che con questo thriller fantascientifico che riprende la tematica abusata dei viaggi nel tempo, dandole nuova linfa basandosi tutto sulla solidità della sceneggiatura, impreziosita da un'estetica accurata e che strizza l'occhio ai vecchi b-movie e una tecnica spettacolare ma mai fine a se stessa.
Un allegoria su un futuro distopico che s'interroga sulla dicotomia ineluttabile azione/conseguenza applicato all'arco esistenziale della vita di un uomo.Una delle perle sottovalutate della stagione da recuperare decisamente.
7 - RUSH
Il miglior film di Ron Howard, che paradossalmente è anche il meno premiato. Non solo un film sportivo e probabilmente il migliore mai girato sul mondo adrenalinico della Formula 1 ma anche un duello umano e morale tra due uomini con differenti prospettive rispetto alla vita, scritto da Peter Morgan (una delle migliori penne cinematografiche degli anni recenti).
Una lezione di bravura tecnica dell'ex ragazzo di Happy Days, che giustifica i suoi oscar dietro la macchina da presa con riprese d'azione e angolature mozzafiato mai viste e soprattutto mai fine a se stesse, riuscendo a dribblare le difficoltà del genere biografico trovando l'amalgama perfetta tra l'anima blockbuster e le velleità autoriali.
Un film teso e adrenalinico con un cuore pulsante e un anima appassionata.
6 - FLIGHT
Robert Zemeckis, regista di culto (Ritorno al futuro, Chi ha incastrato Roger Rabbit?, Forrest Gump) dopo essersi impantanato un decennio con i progetto cinematografici in motion capture torna al cinema classico che ne aveva decretato il successo e la pioggia di oscar.
Una storia classica, quella del pilota eroe, perseguitato dai suoi demoni interiori, dominata dalla figura imponente di Denzel Washington, in una delle migliori interpretazioni di sempre. Due ore di puro cinema, un volo cinematografico senza turbolenze di sorta, con alcune sequenze indimenticabili che sono giù un cult. Bentornato tra gli umani in carne ed ossa Robert! Ci eri mancato, davvero.
5 - RE DELLA TERRA SELVAGGIA
Il caso cinematografico dell'anno: un giovanesconosciuto regista esordiente Benh Zeitlin con un piccolo film indipendente ottiene grappoli di nomination agli oscar nelle categorie principali, tra cui il primato della più piccola protagonista di sempre candidata per il ruolo.
Una favola allegorica di matrice ambientalista, che visivamente ci accompagna in un percorso farcito di realismo magico, in cui i contorni tra fiaba e realtà si mescolano e compenetrano con una cifra stilistica che s'inerpica leggiadra sul filo che divide la poesia dalla retorica.Una piccola e semplice storia che diviene racconto universale, struggente che ammalia e sussurra all'intimo di ognuno di noi.
4 - BLUE VALENTINE
Giunto in Italia con tre anni di ritardo l'opera prima di Derek Cianfrance è un film che s'imprime sotto pelle e non si dimentica. Un melodramma moderno che narra l'inizio e la fine di un'amore con lo sguardo vero e sincero senza filtri cinematografici che si regge sulle interpretazioni reali e strepitose di due attori in stato di grazia: Ryan Gosling e Michelle Williams.
Un racconto per immagini intimo, crudo, poetico e struggente come tutte le storie d'amore dovrebbero essere raccontate sul grande schermo.
Una delle perle nascoste della stagione.
3 - CLOUD ATLAS
Il film più sottovalutato dell'anno. Il progetto ambizioso dei fratelli Wachowski insieme al fido Tom Tykwer è stato quello di portare sul grande schermo un romanzo definito infilmabile: "L'atlante delle nuvole" di David Mitchell dalla struttura narrativa complessa e articolata, che si dipana storicamente su più secoli seppur tenute insieme da una sorta di connessione universale tra le anime che si agitano in questo mare temporale.
I tre registi riescono nell'impresa di tenere insieme le storie durante le tre ore di film, donandogli quel senso rivoluzionario che da sempre contraddistingue i suddetti senza tradire la sostanza del romanzo in un'opera pop visivamente strabiliante.
2 - LA GRANDE BELLEZZA
C'era una grande attesa attorno a quest'opera di Paolo Sorrentino, il miglio regista italiano attuale, con il suo onirico e decadente omaggio a Roma e La dolce vita di Fellini smarcandosene più del dovuto e continuando la sua ricerca poetica attraverso l'animo umano e i suoi meandri permeati di malinconia e rimpianti. Con uno stile più asciutto e asettico di sempre che fa leva sul suo istrione Tony Servillo, perfetto come sempre nei panni di Jep Gambardella, uno dei migliori personaggi scritti per lo schermo da tanti anni a questa parte.
Ridondante, pregna e mistica è l'opera più complessa e completa del regista napoletano qui all'apice del suo talento e della sua poetica visiva. Quanta bellezza, finalmente!
1 - IL LATO POSITIVO
La commedia che ha consacrato David O Russel nell'olimpo dei registi americani adattando lo splendido romanzo "L'orlo argenteo delle nuvole" di Matthew Quick grazie ad una direzione di un cast di attori superbi - Bradley Cooper, Robert De Niro e Jennifer Lawrence a cui è andato un oscar per il ruolo - e una cura sapiente degli ingredienti drammatici e della commedia coma pochi sanno fare.
Una gestione delle due anime del film perfetta, dosata a colpi di risate e lacrime per una di quelle pellicole che rappresentano un dono raro, per gli occhi, la mente ed il cuore e ci fanno capire l'importanza delle storie sul grande schermo la cui magia non sparirà mai.
0 - GRAVITY
Decisamente il film dell'anno. Il blockbuster d'autore fantascientifico di Alfonso Cuaron è l'esempio perfetto di come la tecnica sia tutt'uno con la verve autoriale, che conscio della lezione dei grandi registi del passato prende nuova forma e consistenza, parlando attraverso un film di genere con estetica minimalista della realtà contemporanea utilizzando il nuovo linguaggio filmico della terza dimensione che qui s'innesta ad un nuovo livello di soluzione narrativa e di messa in scena.
Sperimentando tra teatro di posa e 3D, in cui l'atto del guardare diviene necessità primaria senza la quale non potremmo essere e quindi esistere.
Un'opera complessa, visionaria sulla natura e sull'uomo e la sua caducità, intensamente emotivo e con frangenti di nitida bellezza in cui tutti i dettagli fanno parte del grande mosaico cinematografico. Straordinariamente perfetto.
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