Regia:
Andrew Stanton
Produzione: Walt Disney Pictures; Pixar Animation Studios
Sceneggiatura: Andrew Stanton, Mark Andrews, Michael Chabon
Fotografia: Daniel Mindel
Montaggio: Erik Zumbrunnen
Scenografie: Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo
Produzione: Walt Disney Pictures; Pixar Animation Studios
Sceneggiatura: Andrew Stanton, Mark Andrews, Michael Chabon
Fotografia: Daniel Mindel
Montaggio: Erik Zumbrunnen
Scenografie: Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo
Musiche:
Michael Giacchino
Costumi:
Mayes C. Rubeo
Con: Taylor Kitsch, Lynn Collins, Samantha Morton, Willem Dafoe
Durata: 132'
Con: Taylor Kitsch, Lynn Collins, Samantha Morton, Willem Dafoe
Durata: 132'
John
Carter è un soldato americano, veterano della settima cavalleggeri
(come il suo autore) nella guerra civile che per una misteriosa
concatenazione di eventi finisce per essere catapultato su Marte,
dove a causa della ridotta forza gravitazionale del pianeta rosso
scoprirà di avere doti eccezzionali, capacità che torneranno utili
nel momento in cui verrà coinvolto nella guerra civile che impazza
tra le razze del pianeta che i locali abitanti chiamano Barsoom.
Era
il 1912, esattamente cento anni fa , quando lo scrittore americano
Edgar Rice Burroghs (l'autore letterario di Tarzan) il padre di tutta
la narrativa che combina la fantascienza con il fantasy dà alla luce
il primo dei romanzi del ciclo di Barsoom incentrati sul personaggio
di John Carter.
La
saga di culto che più di tutte è stata fonte d'ispirazione per
tutti gli scrittori più importanti del genere come H.P. Lovecraft,
Arthur C. Clark, Ray Bradbury etc.. ed autori di cinema del calibro
di George Lucas e non ultimo James Cameron.
In
poche parole John Carter è l'archetipo di tutti i personaggi fantasy
moderni, un eroe dei due mondi anti-litteram, prototipo di tutti i
rimandi nell'iconografia e l'immaginario di saghe popolari moderne
quali Star Trek, Star Wars e Avatar che devono molto al personaggio
nato dalla penna e la fantasia di Burrohgs.
John
Lasseter e Andrew Stanton, menti e guru della Pixar, ancor prima che
fosse inglobata dalla Walt Disney, gongolavano all'idea di portare
sul grande schermo un colossal sulle vicende marziane di John Carter.
Impresa più volte tentata in passato ma mai portata a termine. Sin
dagli anni 30, Bob Clampett, il regista dei Looney Tunes, voleva
farne il primo lungometraggio animato della storia, ma le poche
sequenze girate non passarono il test del pubblico e il progetto
venne abbandonato lasciando così alla Biancaneve della Disney lo
storico primato.
Negli
anni 80 si tentò di nuovo di imbastire un progetto cinematografico,
sulla scia dei successi dei film di fantascienza dell'epoca la Disney
ritenne la saga su John Carter una valida e potenziale alternativa a
Star Wars coinvolgendo nel progetto John McTiernan e Tom Cruise. Il
regista pero' non ritenne valido lo stato degli effetti speciali del
tempo per poter ricreare degnamente l'universo immaginato da Burroghs
e anche questo progetto naufragò.
Nel
frattempo i diritti del primo romanzo divennero di pubblico dominio e
nessuna major di Hollywood voleva investire tanti soldi in un una
proprietà intellettuale che poteva essere saccheggiata da chiunque,
sul mercato di massa ormai percepita come un'idea obsoleta e poco
originale dopo i successi planetari di Star Wars e Star Trek.
Ed
e qui che entra in gioco la Pixar secondo cui John Carter sarebbe
dovuto essere il primo film con attori in carne ed ossa dello studio
guidato da John Lasseter che per la regia sceglie Andrew Stanton,
premio oscar per Miglior film d'animazione con “Alla ricerca di
Nemo” e “Wall-E” coadiuvato alla sceneggiatura con il premio
Pulitzer Michael Chabon uno dei massimi esperti al mondo in miti
popolari.
Andrew
Stanton è uno dei fan sin da ragazzino della saga creata da
Burroghs, ed ha personalmente acquisito i diritti cinematografici del
personaggio pagandoli di tasca propria, covando sotto la cenere il
suo più ambizioso progetto reso possibile solo dopo i successi, i
soldi e i premi ottenuti con i suoi film con la Pixar.
La
Disney diviene produttrice del film con un budget faraonico (si parla
di 300 milioni di dollari) ma il risultato è all'altezza delle
aspettative?
E qui subentrano tutti i dubbi in una pellicola che paga troppo dazio alle innumerevoli produzioni di genere succedutesi nel corso dei decenni che insieme ad una campagna pubblicitaria totalmente mal calibrata (lo hanno fatto sembrare un film per ragazzini) ne hanno decretato il fragoroso tonfo ai botteghini di tutto il mondo.
E qui subentrano tutti i dubbi in una pellicola che paga troppo dazio alle innumerevoli produzioni di genere succedutesi nel corso dei decenni che insieme ad una campagna pubblicitaria totalmente mal calibrata (lo hanno fatto sembrare un film per ragazzini) ne hanno decretato il fragoroso tonfo ai botteghini di tutto il mondo.
Eppure
Stanton cerca di dare il suo meglio concentrando in poco più di due
ore un materiale narrativo ed emotivo imponente, grazie ad un
comparto visivo strabiliante dato dagli effetti speciali straordinari
ma non eccessivi, la splendida fotografia di Daniel Mindel ,
l'eccellente montaggio di Eric Zumbrunnen (collaboratore di fiducia
di Spike Jonze) e la preziosa colonna sonora scritta dal premio oscar
Michael Giacchino.
Ovviamente
la sceneggiatura soffre nel dover condensare un lungo romanzo in un
blockbuster condiscendente ai bisogni fisiologici del grande pubblico
e rende necessari passaggi didascalici e voce fuori campo in più
punti per far intuire meglio cosa accade, ma la cura dei dettagli ed
il lavoro certosino di tipica fattura Pixar bilanciano tutti i limiti
del caso rendendo questo adventure
fantasy meritevole
di entrare nell'immaginario collettivo del genere ma che finirà
nell'affollato dimenticatoio delle occasioni perdute. Come il sequel
annunciato e poi abortito in seguito agli scarsi incassi.
VOTO 6,5
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