Regia: Stefano Angelucci Marino, Roberto Moretto
Produzione: Teatro del Sangro e JRSTUDIO SRL
Produzione: Teatro del Sangro e JRSTUDIO SRL
Sceneggiatura: Stefano Angelucci Marino
Fotografia: Roberto Moretto
Montaggio: Roberto Moretto, Marco Adabo
Fotografia: Roberto Moretto
Montaggio: Roberto Moretto, Marco Adabo
Costumi: Polvere di Stelle (Vasto)
Con: Manuel Scenna, Stefano Angelucci Marino, Carmine Marino, Gemma Melchiorre, Pierluigi Di Lallo, Raffaele jair, Matteo Gemma, Ilaria Di Meo, Umberto Nasuti, Ilenia Rucci
Durata: 70'
Fascistelli è l'esordio alla regia di Stefano Angelucci Marino, poliedrico attore e scrittore (il
libro omonimo è edito da Il Cerchio) che decide di portare sul grande schermo la sua
irriverente e nostalgica opera letteraria grazie al coraggio di una produzione
indipendente e la ricerca popolare di fondi attraverso il crowfunding.
La trama riprende in sostanza la stessa narrata nelle pagina cartacee.
Siamo ad inizio anni 90,in era pre tangentopoli e qualche tempo prima
della disgregazione della Democrazia Cristiana nella profonda provincia
abruzzese, tra i monti e i paesaggi incontaminati della deliziosa cittadina di
Civitella Messer Raimondo in cui abita l'adolescente Vittorio Brasile (Manuel Scenna9,
ardimentoso e ribelle circondato a scuola da "ciellini" e
"compagni" che per indole decide di convogliare il suo malcontento e
la sua frustrazione con Movimento Sociale Italiano locale il cui segretario Tonino
Fendente detto "Il Fascistone" (interpretato dallo stesso Angelucci
Marino) che condensa nel personaggio tutte le idiosincrasie e le contraddizioni
di una certa Destra ormai anacronistica e destinata al declino.
Una piccola produzione (Teatro del Sangro e JR Studio) che ha il pregio dello sguardo sincero e nostalgico di un periodo storico complesso poco esplorato e di cui, finita la sbornia del revival anni 80, si sentiva l'esigenza di scandagliare quel retroterra culturale da cui proveniamo e con cui ancora stiamo facendo i conti.
Le vicende giovanili di Vittorio scorrono con la colonna sonora dei 270 bis
(gruppo alternativo di destra) e troviamo tutti i miti cult di allora, dalle
letture di Tolkien ed Evola citando persino Che Guevara, D'Annunzio e il pirata
spaziale Capitan Harlock ed i fumetti come Mister No e La Voce della Fogna
impregnate di un autobiografismo di fondo percepito e compiaciuto ma
sempre disincantato e un'autoironia che permea tutta la pellicola che tiene a
bada qualsiasi tesi propagandista millantata o il rimpianto di una certa stagione
che pellicole del genere si portano dietro.
Un piccolo film che nonostante alcune ingenuità inevitabili per un'opera
prima e dal budget risicato, ma con alcune frecce al suo arco-davvero convincenti
- come le divertenti caricature dei personaggi secondari disegnati e ottimamente interpretati,
le splendide location ed il tono semi-serio che regge tutto il sostrato
narrativo - paga invece qualcosa a livello recitativo dei protagonisti
(manicheo a tratti) e alcune sequenze di girato troppo teatrali, una regia
fluida e curata ma poco incisiva e poi un voice-over troppo invasivo probabilmente che ruba la scena
con eccessiva didascalia e poteva essere meglio dosato.
Ma a conti fatti ciò che rimane sono le risate, le emozioni e quel sapore agrodolce che ti rimane sulla lingua e sugli occhi a visione terminata che conta più dei difetti plausibili e correggibili nel prossimo lavoro che attendiamo per un giudizio complessivo e di più ampio respiro.
Ma a conti fatti ciò che rimane sono le risate, le emozioni e quel sapore agrodolce che ti rimane sulla lingua e sugli occhi a visione terminata che conta più dei difetti plausibili e correggibili nel prossimo lavoro che attendiamo per un giudizio complessivo e di più ampio respiro.
VOTO 6
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