martedì 19 ottobre 2010

A single man


Regia di Tom Ford
Produzione: USA 2009 Archibald film
Sceneggiatura: Tom Ford
Fotografia: Eduard Grau
Scenografie: Dan Bishop
Musiche: Abel Korzeniowski
Genere: Drammatico
Con: Colin Firth, Julianne Moore, Nicholas Hoult
Durata: 101










Los Angeles, 1962. Gli Stati Uniti sono sull'orlo di una crisi nucleare con Cuba ma tutto ciò non sembra turbare minimamente George Falconer (Colin Firth), impeccabile docente universitario che ogni mattino combatte la sua sofferenza per la scomparsa dell'amato compagno Jim, mascherando il suo mal de vivre sotto una patina di abiti firmati, compostezza e buone maniere. Ma il dolore lacerante riaffiora nei momenti più impensabili, attraverso lo scatenarsi di reminescenze emozionali innescate da dettagli apparentemente insignificanti. Per George ogni giorno è una lotta, il suo rapporto con la società è ridotto ai minimi e sembra incapace di proseguire la sua vita, meditando il suicidio. Proveranno a trattenerlo dall'orlo dell'abisso Charley (Julianne Moore) una vecchia amica cinica e disillusa ed un suo giovane studente, Kenny (Nicholas Hoult) che s'invaghisce di lui.

Il celebre stilista Tom Ford esordisce dietro la macchina da presa con un film di difficile impostazione cinematografica trasponendo il bellissimo romanzo di Christoper Isherwood Un uomo solo”, una scelta impervia per un esordiente che proviene perdipiù da tutt'altro mondo ma riesce a stupire tutti, critici e scettici compresi, convincendo e commuovendo alla 66esima mostra internazionale del cinema di Venezia dove il film è stato presentato in concorso.
L'ultimo giorno di un uomo sopraffatto e sconfitto dal suo dolore è narrato con una precisione ed un controllo delle inquadrature impeccabili, degne di un veterano, impreziosite dalla perfezione formale del suo decòr, ma se la cura per i dettagli è preventivabile in quanto rappresenta il suo marchio di fabbrica, ciò che sorprende è la capacita di Ford di incastrare tutti gli elementi cinematografici, costruendo un ingranaggio scenico e filmico sublime, in cui le musiche di Korzeniowski e Umebayashi (In the mood for love) fluttuano sulla fotografia calda e glamour di Eduard Grau regalando attimi d'intesità narrativa e scenica totali ed appaganti. La materia emotiva è sontuosamente interiorizzata da Colin Firth, vincitore meritatamente della Coppa Volpi come miglior interprete, che restituisce lavorando in sottrazione e con sobrietà la profondità di un ruolo complesso, riuscendo ad essere autentico ed intimo evitando di scivolare nel sentimentalismo e nel manierismo.
Dietro la rarefatta eleganza formale del film palpita un cuore cinefilo sensibile e passionale, in cui la sostanza dolorosa della perdita viene assorbita dalla magnificenza dello splendore estetico amalgamandosi con la vacuità della vita. Emozioni sottaciute che quando prendono il volo si librano leggere, fino alle lacrime. Cinema allo stato puro.


VOTO 8


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