lunedì 27 giugno 2011

X-Men: L'inizio


Regia: Matthew Vaughn
Produzione: 20th Century Fox USA
Sceneggiatura: Bryan Singer, Sheldon Turner, Mattew Vaughn
Fotografia: John Mathieson
Montaggio: Eddie Hamilton, Lee Smith
Musiche: Henry Jackman
Genere: Fantascienza
Con: Michael Fassbender, James McAvoy, Kevin Bacon
Durata: 132'





Dopo varie vicissitudini, cambi di regia e sceneggiature modificate, finalmente il primo film del progetto di una trilogia legato al prequel della saga degli eroi mutanti creati da Stan Lee e Jack Kirby vede la luce. Bryan Singer, vero factotum della serie, regista dei primi due capitoli ed indicato inizialmente come autore anche di questo capitolo, è qui nelle vesti di produttore mentre il timone della regia viene affidato a Matthew Vaughn, dopo gli ottimi risultati con il suo adattamento cinematografico della graphic novel Kick Ass.

Torniamo alle origini per svelare la genesi del team di mutanti, nella quale troviamo il giovane e potente telepate Charles Xavier (James McAvoy) fervente fautore di un rapporto di integrazione tra mutanti ed umani, ed il violento e vendicativo Erik Lehsnerr (Michael Fassbender), capace di controllare i metalli e futuro Magneto, che si alleano e collaborano per fronteggiare una comune minaccia rappresentata da Sebastian Shaw (Kevin Bacon), il villain di turno, intenzionato a scatenare una guerra nucleare tra le due superpotenze Usa e Urss al fine di estinguere la razza umana.

La matrice distopica che riconduce la serie agli anni 60, dona nuova linfa alla serie cinematografica; finalmente Bryan Singer torna a metter mano alla sua creatura affidando le sorti della nuova saga all’estro di un regista a proprio agio con il genere come Matthew Vaughn, ed i risultati si vedono eccome.
Probabilmente siamo alle prese con il miglior episodio dell’intera serie e ciò è dovuto a diversi fattori contingenti:anzitutto, la scelta coraggiosa di un cast giovane e talentuoso in cui troviamo, oltre i bravissimi e convincenti protagonisti, alias lo scozzese James McAvoy (Espiazione) e la sorpresa Michael Fassbender (Bastardi senza gloria), anche i promettenti Jennifer Lawrance (Un gelido inverno) nei panni di una giovane Mystica, Nicholas Hoult (A single man) che interpreta la Bestia, Rose Byrne e January Jones prese in prestito dai premiatissimi serial televisivi di Damage e Mad Men, nonché il redivivo Kevin Bacon, qui perfetto nei panni eleganti del cattivo di turno.
Collocare altresì l’episodio negli anni della Guerra Fredda - intrecciando narrazione storica e ucronica – si rivela un azzardo vincente, dal sapore e lo stile retrò con vaghi richiami alle spy-story dell’epoca che si rifanno al James Bond di Sean Connery.

Esplorare le origini dell’antagonismo tra i due personaggi più carismatici della saga, Dottor Xavier e Magneto, in cui si mostra la travagliata ma rispettosa amicizia che si trasforma in scontro, con toni epici e drammatici, era un impresa impervia e difficoltosa che Vaughn supera brillantemente, facendone la colonna portante della narrazione, che diviene progressivamente più profonda ed esplode in un climax finale coinvolgente ed appassionante. In mezzo, una pletora di personaggi secondari a cui la sceneggiatura da una propria consistenza, mostrandone peculiarità ed evoluzione.
Un reebot apprezzabile e di ottima fattura che resuscita e rinvigorisce uno dei franchise Marvel più amati di sempre che nonostante le molte “licenze” prese dagli autori rispetto al loro corrispettivo cartaceo, convince sotto ogni punto di vista in fiduciosa attesa dei prossimi capitoli.


VOTO 7

giovedì 16 giugno 2011

Una notte da leoni 2

Regia: Todd Phillips
Produzione: Warner Bros USA
Sceneggiatura: Todd Phillips, Scot Armstrong, Craig Mazin
Fotografia: Lawrence Sher
Montaggio: Mike Sale, Debra Neil-Fisher
Musiche: Christophe Blake
Genere: Commedia
Con: Bradley Cooper, Zach Galifianakis, Ed Helms
Durata: 100'









I leoni sono tornati. E come potevano esimersi dal sequel dopo gli incassi (record per una commedia) ai botteghini di tutto il mondo?

Questa volta il regista Todd Phillips - reduce dal passo falso di Viaggio col folle - trasferisce tutti i protagonisti del fortunato primo episodio dalla sfavillante Las Vegas fino ai bassifondi della caotica ed esotica Bangkok. Con un espediente narrativo discutibile è qui che verrà celebrato il matrimonio di Stu (Ed Helms) pronto ad impalmare una bellezza locale e, dopo i disastri del precedente addio al celibato, questa volta il promesso sposo decide di optare per un tranquillo brunch pre-matrimonio insieme agli amici di sempre Phil (Bradley Cooper)  e Doug (Justin Bartha) e l’instabile Alan (Zach Galifianakis), ma anche questa volta le cose non andranno come previsto.


Dopo la sbornia post-successo del primo episodio, Todd Phillips si concentra sul prevedibile sequel e sin dalle prime battute si ha l’impressione che il regista americano scelga di solcare le strade sicure tracciate dal suo film precedente piuttosto che battere nuovi sentieri narrativi.La collaudata formula si arricchisce solo di qualche piccola variante, come la scelta di assurgere a protagonista il simpatico gangster cinese Mister Chow (Ken Jeong) e l’ingresso in un piccolo ruolo dell’istrionico attore Paul Giamatti, oltre che una sistematica accelerazione del pedale nel ritmo e nell’action-movie.

Per il resto tutta la vicenda  dà la fastidiosa sensazione di deeja-vu, la pellicola ammicca continuamente con il suo predecessore (difficile seguire la trama e le trovate comiche con  i rimandi continui per chi ha perso il primo film) ricalcandone le gag e gli stilemi comici.

Ciò penalizza fortemente la pellicola, la presenza organica di nuovi attori non modifica sostanzialmente la formula, e la sensazione del già visto è troppo presente durante tutta la narrazione. Certo si ride ancora e molto, alcune gag risultano efficacissime, ma sono continuamente smorzate da quella prevedibilità che stempera l’atmosfera di goliardia in cui ci si immerge. Tutto quello che rappresentava una ventata d’aria fresca per la commedia americana nel film originale qui ne rappresenta il punto debole, la sceneggiatura non approfondisce i personaggi e le situazioni e la location thailandese diviene un mero espediente esotico non giustificato

Forse era possibile osare qualcosina in più, piuttosto che seguire la facile rotta disegnata con il primo addio al celibato,  una visionaria temerarietà avrebbe giovato alla pellicola e rinverdito la saga, se come già annunciato e già previsto il terzo capitolo. Proprio sul più bello Phillips avrebbe dovuto stupire ed invece ha preferito salpare per lidi più sicuri e conosciuti piuttosto che inoltrarsi nel mare aperto delle possibilità. Peccato.



VOTO 6