lunedì 19 ottobre 2015

Sopravvissuto - The Martian

Regia: Ridley Scott
Produzione: Scott Free Productions, Kinberg Genre
Distribuzione: 20th Century Fox
Sceneggiatura : Drew Goddard
Fotografia: Darius Wolski
Scenografie: Arthur Max
Montaggio: Pietro Scalia
Musiche: Harry Gregor-Williams
Cast: Matt Damon, Jessica Chastain, Jeff Daniels, Kate Mara, Kristen Wiig, 
Durata: 130'










Singolare la genesi di un film come The Martian - Sopravvissuto che nasce dall'e-book L'uomo di Marte autoprodotto e pubblicato da Andy Weir il cui clamore e successo in rete ne giustificano anche una pubblicazione in versione cartacea diventata poi un bestseller mondiale. Il libro è una dichiarazione d'amore, neanche troppo velata, alla scienza attraverso il filone fantascientifico. Del libro s'innamora Drew Goddard, tra gli sceneggiatori di Lost nonché già autore di quel piccolo capolavoro horror che risponde al nome di Quella casa nel bosco, e ne dispone una trasposizione cinematografica che avrebbe dovuto anche dirigere salvo poi concentrarsi in una nuova produzione. Ed è qui che entra in gioco Ridley Scott, che innamoratosi dello script abbandona il progetto del sequel di Prometheus e si butta a capofitto in questa nuova avventura che rappresenta il suo quarto film di science fiction dopo i capolavori divenuti capisaldi del genere come Alien e Blade Runner ed il meno riuscito e sopracitato Prometheus.

Quello che ne vien fuori è un blockbuster atipico, la storia di un astronauta-botanico abbandonato su Marte -interpretato da un Matt Damon sugli scudi in un ruolo congeniale - è elaborata come se fosse un moderno western di frontiera fantascientifico. Lontani dai sofismi fisico teorici e sentimentali di Nolan con il suo Interstellar la vicenda prende i contorni di un survivor movie, una sorta di Robinson Crusoe marziano che abdica i fasti dell'azione e la scorpacciata di effetti speciali per una rivisitazione fantascientifica intima in salsa ambientalista, una riflessione ed un ode alla scienza, all'avventura e l'ingegno umano. 


Un film che viaggia sul filo insolito dell'ironia contagiosa di cui il libro è infarcito, sorretto da una fotografia calda e magniloquente, una colonna sonora disco-music di culto e un tocco registico che mancava da tempo per cura dei dettagli e soluzioni tecniche nella filmografia recente dopo l'ultimo infelice Exodus dello scorso anno. Un film non semplice, con un vasto cast di prim'ordine ben diretto (Jessica Chastain, Kristen Wiig, Jeff Daniels, Michael Pena, Kate Mara, Sean Bean, Chiwetel Ejiofor) e una sceneggiatura esemplare e lineare che ben intreccia le tre narrazioni parallele ed infine, dulcis in fundo,  doveroso mettere l'accento sulle molteplici citazioni nascoste e non, che lo rendono uno dei film più nerd degli ultimi tempi  questo anomalo blockbuster. 


VOTO 7







lunedì 5 ottobre 2015

Inside Out

Regia: Pete Docter
Produzione: Pixar Studios Animation

Distribuzione: Walt Disney Pictures
Sceneggiatura: Pete Docter, Josh Cooley, Meg LeFauve
Montaggio: KevinNolte
Produttore Esecutivo: John Lasseter, Andrew Stanton
Musiche: Michael Giacchino
Durata: 102'













Gli otto minuti di applausi e standing ovation ricevuti a Cannes 2015 - dov'è stato presentato fuori concorso - e gli incassi record registrati in tutto il mondo (l'Italia è stata tra gli ultimi Paesi in cui è uscito) facevano ben sperare dopo che gli ultimi lungometraggi (Brave - Ribelle, Cars 2 e Monster University) si consolidavano semmpre sugli ottimi standard per quanto concerne l'animazione, certo, ma privi di mordente, di quello scarto che l'aveva resa la casa di produzione più innovativa e d'avanguardia del cinema in generale e non solo per quanto riguarda il campo dell'animazione.
Sgomberando il campo da ogni dubbio, le premesse sono state mantenute e l'asticella della genialità della casa di produzione, ora sotto l'egida di mamma Walt Disney, viene ulteriormente alzata. Merito ancora una volta di uno dei più talentuosi registi e sceneggiatori, quel Pete Docter già regista di quei piccoli capolavori di Monster & Co. e Up nonché autore e demiurgo del miglior film d'animazione di sempre  - per il sottoscritto - che corrisponde al nome di Wall-E


Partendo da una vicenda autobiografica familiare, Docter mette in scena ciò che lo rende speciale, ossia l'infilmabile, in questo caso addirittura le emozioni umane rendendole dei personaggi animati con caratteristiche e psicologie proprie immerse nel mondo magicamente reale della mente umana.
Un'acrobazia narrativa complessa e impervia che viene maturata e creata da zero in ben cinque lunghi anni di lavoro (spesso il progetto si era bloccato e rischiava di saltare all'aria) e  grazie alla tenacia dei suoi produttori ci restituisce una cura per i dettagli computerizzati di forme, colori e sfumature concrete seppur impercettibili apparentemente (vedi la pelle delle emozioni umane) davvero notevole, una wonderland della psiche nella quale immegersi, perdersi ed emozionarsi verso il più classico degli homecoming di disneyana memoria.
Una sorta di Se mi lasci ti cancello declinato ad altezza bimbo che delizierà forse maggiormente il pubblico adulto, che scava negli archivi della nostra memoria d'infanzia e nei meandri dell'inconscio con un'intensità rara e coraggiosa. 


Un racconto di formazione mai banale, ambizioso e che non disdegna la potenza della malinconia che in più punti fa capolino, sino all'elogio della tristezza.
Siamo dalle parti del capolavoro, se non fosse per qualche leggera perdita di ritmo nella parte centrale, che ci fa uscire dalla sala con tanti sorrisi, una lacrima asciugata poco prima sul viso e tanta gratitudine nel cuore. Bentornata Pixar! 



VOTO 8