lunedì 25 gennaio 2010

Top Ten Film 2009

10- UNA NOTTE DA LEONI (The Hangover) di Todd Phillips #trailer#

Mai avrei pensato di inserire una commedia demenziale nella mia top ten finale, eppure il film del regista cult del genere Todd Phillips è uno spasso.
Ben congegnato, divertente ed eccessivo senza risultare mai banale e noioso, dote rara per una pellicola del genere che ha sbancato gli States, divenendo la commedia di maggior incasso di sempre. Per serate etiliche e grasse risate in compagnia.

9- THE WRESTLER di Darren Aronofsky #trailer#

Torna il regista di "Requiem for a dream" con uno stile dimesso e dal piglio documentaristico per narrare la vicenda di Randy "The Ram" Robinsons, un campione di wrestling degli anni 80 ormai in declino, malato e solo in cerca di redenzione, che ha il volto e la fisicità imponente di Mickey Rourke, nell'interpretazione della vita che lo ha riportato ai fasti di un tempo.



8- MOON di Duncan Jones #trailer#

L'esordio sul grande schermo del figlio prediletto di David Bowie è un piccolo gioiellino sci-fi, memore della lezione dei grandi film di fantascienza del passato, in cui la scenografia e la psiche erano posti in primo piano e gli effetti speciali relegati a piccoli espedienti artigianali più convincenti delle pomposità odierne. Con un Sam Rockwell imperioso a reggere da solo tutta la pellicola. Un film intimo e struggente, affascinante e prezioso. Una delle sorprese di questo 2009.

7- LASCIAMI ENTRARE (Låt den rätte komma in) di Tomas Alfredson #trailer#

Dalla fredda Svezia giunge questa delicata ed effimera storia d'amore tra due ragazzini che ridefinisce la figura del vampiro contemporaneo, in barba ai vari Twilight ed affini.
Una favola nera moderna sul tema della diversità, cupa e romantica, che terrorizza facendo intuire piuttosto che vedere. Hollywood ne sta preparando già il remake, ma ignorare questo piccolo capolavoro è un delitto.

6- VALZER CON BASHIR (Waltz with Bashir) di Ari Folman #trailer#

Ci sono delle pellicole che colpiscono cuore e mente, questo è un progetto israeliano realizzato con la tecnica del documentario d'animazione in modo originale e delicato.
Un viaggio interiore e personale nel quale confluire le proprie paure, riversando i ricordi terribili in visioni oniriche suggestive e poetiche per narrare uno degli eccidi di massa meno conosciuti e più vergognosi degli ultimi decenni.
Ari Folman riesce a tessere questa trama poetica sullo schermo, con visionaria lucidità e struggente intensità, regalandoci un’opera straordinaria ed indimenticabile. Imprescindibile.

5- REVOLUTIONARY ROAD di Sam Mendes #trailer#

L'istituzione familiare borghese è ancora una volta analizzata con il bisturi tagliente dello sguardo di Mendes, già premiato con l'oscar per American Beauty. Questa volta torna all'origine del mal de vivre moderno, trasponendo il bellissimo romanzo di Yates ambientato negli anni 50.
Complesso e raffinato, nichilista e sfrontato Mendes smonta ancora una volta con stile cinematografico impeccabile l'american life conservatrice americana avvalendosi di una recitazione sublime, grazie alle interpretazioni da brividi di Kate Winslet e Leo Di Caprio (dieci anni dopo Titanic) e la sorpresa Michael Shannon.

4- BASTARDI SENZA GLORIA (Inglourious basterds) di Quentin Tarantino #trailer#

L'atteso ritorno del genio del Tennessee con una pellicola che è un puro amore dichiarato al mondo del cinema. Una personale rilettura della Storia in salsa pulp e koshen, intrisa di dialoghi serrati ed ironici, riferimenti cinematografici a iosa e tanto kitsch tarantiniano amato dai suoi fan.
Interpretazione da Oscar per Chistopher Waltz, vero mattatore della pellicola che oscura il pur bravo Brad Pitt, di cui si ricorderà per il suo italiano sghembo e divertente ( da recuperare assolutamente nella versione in lingua originale).

3- TWO LOVERS di James Grey #trailer#

I drammi sentimentali dell'uomo moderno narrati con delicatezza e sobrietà, un punto di vista intimo, notturno e reale scandagliando il mal de vivre di un uomo ferito che torna ad innamorarsi e lentamente alla vita, prima di lasciarsene nuovamente sopraffare. Per una volta l’amore non è oggetto di commedia sentimentale a lieto fine, ma ha il sapore amaro della resa, della delusione e delle lacrime senza patetismi retorici o urlati delle tragedie.Un dramma amoroso contemporaneo, minimalista e sofferto e per questo un film raro ed imponente nella sua semplicità.

2- BASTA CHE FUNZIONI (Whatever works) di Woody Allen #trailer#

Il Woody Allen che amavamo, ispirato, cinico e divertente immerso nella sua New York. Dirige ed affida sullo schermo il suo alter-ego al convincente Larry David, il buon Allen sforna uno dei suoi capolavori moderni, in un film loquace dalle battute indimenticabili e monologhi straordinari sul senso della vita e le relazioni interpersonali con il consueto nichilismo ironico e tagliente.
Da antologia alcune sue riflessioni sulla società contemporanea. Adorabilmente antipatico.

1- GRAN TORINO di Clint Eastwood #trailer#

Ennesimo capolavoro di Eastwood premiato anche dal pubblico (maggior incasso per un suo film), qui alla sua ultima prova attoriale. Ambientato in una Detroit odierna, simbolo economico di una nazione alle prese con la crisi finanziaria, ma anche morale e sociale, rappresentata proprio dalla Gran Torino, metafora della nazione stessa che si trova a fare i conti con la disoccupazione e l’intolleranza razziale.Il vecchio Clint dipinge un ritratto coraggioso della società americana attuale, osservata con lo sguardo duro ed il ghigno sconsolato del volto di un Eastwood in stato di grazia. Un film sincero e struggente specchio della società attuale, che diverte e commuove.

0- UP di Peter Docter #trailer#

Il decimo film d'animazione della Pixar è l'apice di un percorso narrativo e visuale che ha rivoluzionato il mondo cinematografico del decennio ed ora lo accompagna nella nuova era della terza dimensione.
Il primo quarto d’ora è puro capolavoro di poesia cinefila, girato con tocco delicato e malinconico che riesce nella difficile impresa di costruire un arco narrativo intenso in pochi minuti ed in totale assenza di dialoghi. Capace di imprimere sin dalle prime battute una forte carica emotiva alla storia narrata ed alla psicologia e le conseguenti motivazioni dei personaggi che costituisce la base che sorreggerà la pellicola.UP è capolavoro perché sa fondere con leggerezza, ironia e dolcezza, come si conviene ad ogni storia indimenticabile, per l’originalità dello script, la ricchezza delle sfumature e dei sottotesti psicologici, l’invenzione visiva e la spettacolarità che sottendono alla Meraviglia. Questa volta si concorre per l'Oscar come miglior film, e non solo d'animazione.




martedì 12 gennaio 2010

Top Ten Indie album 2009

10-THE HORRORS "Primary colours" #video#

La psichedelia indie delle nuove generazioni, un album dai colori sbiaditi dall'incedere ipnotico e ruggente, melodie acide sintetizzate alla produzione da Geoff Barow dei Portishead che ne cura i dettagli e spedisce nell'olimpo Julian Cope e soci.

9- FRANZ FERDINAND "Tonight: Franz Ferdinand" #video#

Tornano i 4 di Glasgow che contribuirono alla rinascita e la definizione moderna della musica indie con un album spassoso, dai groove funkeggianti ed avvolgenti, perfetti per ogni dancefloor.
Flavour elettronico e soliti riff contagiosi nei brani che compongono questo lavoro, morbido e sensuale che non perde mai un colpo; anche questa volta Kapranos rappresenta una garanzia.

8- ARCTIC MONKEYS "Humbug" #video#

Dimenticate gli esordi, dimenticate i riff secchi e veloci ed il sound british condito dai testi ironici e taglienti di Alex Turner. Li avevamo lasciati oltreoceano, dopo i fasti del successo planetario dei primi due album, a registrare in pieno deserto del Mojave con quel Dio del suono acido di Josh Homme, e li ritroviamo lisergici e potenti, rigenerati e maturi. Un album deciso e coraggioso con suoni più corposi e ricercati, lontani dalle canzoncine a cui avevano abituato gli indie-kidz.

7- THE ANTLERS "Hospice" #video#

Si dice che la bellezza spesso fa male, e questo è un disco che ferisce. Come le pieghe di un dolore che non si sa spiegare ed a cui ci si abitua ed affeziona, quasi. Lo hanno definito 'post-pop', un perfetto connubio tra melodie pop ed attitudine folk. Atmosfere malinconiche per narrare le vicende di un uomo che vede morire la sua amata di cancro, su un letto di ospedale.
Semplice nella sua sensibile complessità d'arrangiamenti ma pur sempre orecchiabile, che si conficca sotto pelle. Un disco necessario.

6- DENTE "L'amore non è bello" #video#

In un duemilanove sostanzialmente avaro per la musica italiana, Giuseppe Peveri in arte Dente, ci regala un prezioso gioiellino di cantautorato naif. Leggero e dannatamente melodico, condito di sfavillanti trovate verbali, ironiche e romantiche, che scorrono lievi nei quaranta minuti dell'album, passando in rassegna tutta la scuola cantautorale italiana. Piccole inebrianti poesie quotidiane imbevute di melò.

5- THE LEISURE SOCIETY "The sleepers" #video#

Uno splendido album d'esordio che ricco di una strumentazione ridondante (fiati, archi, tastiere, glockenspiel, banjo, mandolini, contrabbasso e chitarra acustica) coglie l'essenza del folk bucolico, aggiornandolo con le melodie soavi e sognanti marcatamente pop dei nostri giorni.
Letargiche melodie in bilico tra arie palpitanti ed intime, puntellate da venature di timida malinconia, scritte al termine di una storia d'amore, sugellandole d'intensità.

4- SOAP & SKIN "Lovetune for vacuum" #video#

Un disco difficile da dimenticare, talento allo stato puro per questa giovanissima singer che riesce a cantare i silenzi più assordanti, nascosti in una fragilità evidente che si dipana nelle tredici track tutte scritte e composte da Anja Plaschg (alias Soap&Skin) che ricorda la prima Bjork, superandola per intensità e fragilità interiore. Ricco di un pathos instabile, sospeso tra l'effimera bellezza ed il seducente nulla, la voce di Anja conduce verso inesplorati oblii, "Elaborazione del subconscio per pianoforte e laptop",perle rare e fulgide che s'inabissano per sempre nei meandri delle proprie oscurità, rasentando la meraviglia.

3- KASABIAN "West rider pauper lunatic asylum" #video#

Il nome del disco è stato preso da una specie di manicomio del diciannovesimo secolo situato nello Yorkshire, il sound pesca nei primi Primal Scream, il resto lo condiscono Sergio Pizzorno & soci, che a tre anni dal loro ultimo lavoro, riemergono prepotentemente sulla scena rock britannica con un album folgorante, adrenalinico e sensuale.Ogni pezzo scalda e stende come un pugno in pieno volto, dal mood irresistibile ed i riff che non si schiodano più dalla testa. Welcome back guys!


2- FANFARLO "Reservoir" #video#

Citando David Bowie:“I Fanfarlo hanno quella particolare capacità di creare una musica esaltante, che al tempo stesso è benedetta da una deliziosa malinconia”. Coniugando perfettamente l'attitudine pop svedese con la matrice folk americana, ma i piedi ben piantati in terra d'Albione, Simon Balthazar ed i suoi musicisti danno alla luce un esordio entusiasmante, piccolo capolavoro indipendente, smarcandosi con decisione dal crescente hype che pur li vede coinvolti.Melodie barocche eseguite con piglio bucolico e festoso che denotano una personalità ruggente, capaci di far vibrare le corde più sensibili degli animi indie, brani che si attaccano alla pelle, come una morsa leggera che non lascia lividi, ma solo la sensazione di una delicatezza che è ancora opportuna e dalla quale non riusciremo più a prescindere.

1- WOODPIGEON "Treasury library Canada" #video#

Sono una delle piccole realtà più intense ed emozionanti dell'indie-folk contemporaneo, vengono da Calgary, in Canada, e la band è composta da otto musicisti. Questo disco è stato prodotto e pubblicato autonomamente dal gruppo, in edizione limitatissima, perchè originariamente pensato come regalo per gli amici/fan, ma il passaparola e qualche recensione entusiastica ne ha decretato il successo, rendendo necessarie una ristampa e la successiva uscita ufficiale.
Imbevuti del miglior indie-pop scozzese, i componenti guidati dall'estroso Mark Hamilton, ci consegnano 14 piccoli capolavori di pop-folk, ricchi d'intensità e spessore, amalgamando gli arrangiamenti sontuosi e ricercati con l'immediatezza e la freschezza armonica che ogni songwriter sogna di comporre. Sono delicate poesie musicali, piccoli intermezzi soavi che disegnano un affresco musicale raffinato ed elegante, nel quale perdersi ed abbandonarsi.
Un album bellissimo, perfetto, leggero e indimenticabile.


0- ANIMAL COLLECTIVE "Merriweather post pavilion" #video#

Loro sono il gruppo che travalica le classifiche, i generi e le considerazioni. Uno sballo lucido, un risveglio sbiadito dopo un fine settimana di bagordi, geniali ed irriverenti il "collettivo animale" rappresenta il decennio che ci ha lasciato con ben 9 album, dissacrando e mescolando tutti i generi conosciuti nel frullatore della loro creatività. Psicotropia musicale per pochi eletti.

venerdì 8 gennaio 2010

Moon


Regia di Duncan Jones

Titolo originale: Moon

Produzione: Gran Bretagna 2009 Sony Pictures

Sceneggiatura: Nathan Parker/Duncan Jones

Montaggio: Nicolas Gaster

Fotografia: Gary Shaw

Musiche: Clint Mansell

Genere: Fantascienza

Interpreti: Sam Rockwell, Kevin Spacey (voce di GERTY)

Data di uscita: 03/12/2009

Durata: 97’






In un futuro prossimo la Terra riesce a risolvere la crisi energetica che da sempre l’attanaglia, grazie alla scoperta di un importante combustibile: l’Elio-3; che si ricava estraendolo dalla Luna, grazie alla multinazionale LUNAR che ne ha scoperto la tecnologia opportuna a raffinarlo e ricondurlo sul nostro pianeta.

Sam Bell (Sam Rockwell) è un astronauta ingaggiato dalla società per lavorare sulla base lunare chiamata Selene e svolge le sue mansioni per un vincolo contrattuale di tre anni, in totale solitudine se non fosse per la compagnia di un robot di nome GERTY (Kevin Spacey) capace di emozioni comunicate con delle semplici emoticon sul suo schermo. Le comunicazioni con la Terra, a causa di un guasto, non permettono a Sam di avere un contatto diretto con la propria famiglia, ma può comunicare solo con dei video messaggi pre-registrati.

A due settimane dalla fine del suo contratto e dal suo agognato ritorno a casa, Sam comincia ad avere dei forti mal di testa e sembra avere delle strane allucinazioni, che in una delle sue missioni sul suolo lunare causano un incidente nel quale rimane ferito.

Dire di più sulla trama (benché quasi tutte le testate lo abbiano fatto) sarebbe un delitto per questo gioiellino di Sci-Fi dal bassissimo budget; opera prima di Duncan Jones – aiuto regista in molti film di Tony Scott, nonché autore di video musicali- meglio conosciuto come il figliol prodigo del celebre musicista David Bowie.

Questo perché la forza ed il fascino dell’intera pellicola risiede proprio nella solida sceneggiatura -scritta a quattro mani dallo stesso regista con Nathan Parker- che riporta il genere alla sua forma originaria, quell’approccio riflessivo ed emotivo, dall’impianto umanista e teorico, piuttosto che basato sulle logiche commerciali che fanno leva sull’azione e lo spettacolo. Una fantascienza intimista che indagava la psiche umana ed i suoi vuoti esistenziali, che cercava di esplorare gli abissi interiori allo stesso modo in cui esplorava le dinamiche spaziali, priva del grigiore tecnologico di effetti speciali invadenti che hanno relegato un genere nobile alla stregua dei popcorn-movie.

Anche il comparto scenografico volutamente retrò, recupera i dettami dei grandi modelli del passato a cui Jones attinge a piene mani (2002 – La seconda Odissea, Solaris e Atmosfera Zero su tutti) conservando, ciònonostante, tutta la sua straniante e conturbante fascinazione, forte dell’ausilio di vecchi teatri di posa che ricostruiscono scenari solitari e asettici e l’impiego perlopiù di modellini a discapito delle animazioni digitali, limitate a pochi ed intelligenti espedienti, quasi a ribadire ancora una volta come la fantascienza non si assoggetti mai all’utilizzo delle nuove tecnologie, senza per questo sacrificare nulla allo spettacolo che, nonostante il ridotto budget (5 milioni di euro), riesce ad essere ugualmente convincente e robusto tenendo alta la tensione, supportata dalla ipnotica e minimale colonna sonora di un grande talento musicale quale Clint Mansell (Requiem for a dream).

La storia è stata ideata e scritta su misura per Sam Rockwell, uno dei giovani più promettenti del panorama cinematografico attuale, che impreziosisce ulteriormente la pellicola con un’interpretazione esemplare, in un ruolo che poteva essere ricco d’insidie, acuite ancor di più dal fatto che tutta la pellicola si sarebbe sorretta semplicemente sulle sue spalle.

Stupisce e commuove, inquieta ed ammalia l’esordio sul grande schermo per Duncan Jones, un autore da tenere d’occhio che ci regala una delle pellicole indipendenti migliori di questo 2009 che riporta in auge un genere che pareva defunto, ma capace ancora di stupire e generare perle candide di rara e fulgida bellezza.

VOTO 8